Geologia dei Monti Aurunci

Formazione e caratteristiche del territorio

La catena dei Monti Aurunci è il risultato di numerosi eventi geologici, che nel corso del tempo hanno portato alla strutturazione e alla modellazione del territorio. Assieme ai Monti Lepini e ai Monti Ausoni, il massiccio aurunco forma l’estrema propaggine dell’appennino laziale-abruzzese ovvero la Catena dei Volsci. Le strutture rocciose, quelle che oggi costituiscono l’impalcatura dei Monti Aurunci, si sono formate tra il Triassico superiore (210- 200 milioni di anni fa) e il Cretacico superiore (100-90 milioni di anni fa) in un processo di deposizione avvenuto su fondali marini poco profondi: un ambiente simile alle odierne zone tropicali, tipo le Bahamas. Circa 90 milioni di anni fa, nell’era Cenozoica, una serie di movimenti tettonici con propagazione dai settori occidentali verso quelli orientali, innescarono complessi processi di evoluzione geologica, modificando radicalmente lo scenario precedente.


Ere Geologiche Monti Aurunci
Le ere geologiche
Italia nel Pliocene
L'Italia nel Pliocene

L’avvicinamento della placca africana verso la placca europea e lo scontro delle numerose placche minori generarono l’accavallarsi degli strati rocciosi creatisi nelle precedenti deposizioni, formando rilievi topografici che fuoriuscirono dalle masse oceaniche: è in atto l’orogenesi ovvero la formazione delle montagne. In questo periodo avviene l’innalzamento degli Appennini, della Catena dei Volsci e quindi dei Monti Aurunci. Il periodo finale dell’era Cenozoica rappresenta il momento cruciale della formazione del massiccio aurunco, in particolare la finestra temporale che intercorre tra le epoche dell’Oligocene (ca 30mln di anni fa) e del Miocene (ca 8 mln di anni fa) sono determinanti per la geologia di quest'area. Con buona approssimazione si può affermare che nell’epoca successiva, il Pliocene (ca 5 mln di anni fa), la struttura portante dei Monti Aurunci fosse posizionata così com’è attualmente. Il primo monoblocco montuoso ad innalzarsi è stato il promontorio del Monte Circeo, circa 12 milioni di anni fa, seguito dal resto del massiccio formatosi tra i 7 e gli 8 milioni di anni fa. Per quanto riguarda la tettonica aurunca, è importante segnalare le due diverse fasi che hanno condotto all’attuale assetto geologico, particolarmente evidente osservando la carta geologica dell'area.


Carta idrogeologica dei Monti Aurunci
Carta Idrogeologica
Dolina nei pressi di Monte Altino
Dolina Mt.Altino

Una fase compressiva ha spinto gli strati di roccia dal basso verso l’alto confinandoli in spazi ristretti, quasi ad aggrovigliare le rocce. Laddove l’elasticità degli strati non ha consentito deformazioni, si sono create sovrapposizioni di strati più vecchi su strati più recenti. Terminati i movimenti compressivi, venute a mancare le forze di spinta, si è innescata una fase distensiva contraddistinta da uno spostamento verso il basso degli strati rocciosi con conseguente allungamento degli stessi. Entrambe le fasi hanno portato alla formazione di veri e propri piani di scivolamento e numerose faglie, orientate in modo dipendente dalla cinematica del momento. Più in generale, la fase compressiva ha generato faglie inverse, con orientamento “appenninico” nord-ovest sud-est mentre la fase distensiva ha portato alla formazione di faglie dirette, “antiappenniniche”, con direzione sud-ovest nord-est.


Evidenti faglie sopra l'abitato di Maranola
Faglie nei pressi di Maranola

Durante la successiva era Quadernaria non ci furono grossi cambiamenti, si trattò infatti di una fase di assestamento generale e di deposito. I sedimenti costieri formarono l’attuale fascia litoranea che si estende lungo l’asse Scauri-Formia-Fondi mentre nella zona continentale ci furono accumuli di detriti ai piedi delle montagne e di terre rosse, residuo della disgregazione delle rocce e dei minerali in esse contenuti (Campello, Campodimele). La zona dei Monti Aurunci è stata fortemente influenzata dai movimenti tettonici, che hanno portato profondi cambiamenti idro-geologici e del paesaggio. Peculiarità di questa morfologia sono appunto le faglie, responsabili non solo dell’impostazione di valli fluviali, doline e inghiottitoi ma riferimenti fondamentali che hanno guidato lo sviluppo del carsismo e la morfologia delle numerose grotte presenti sui Monti Aurunci, di estremo interesse per il Gruppo Grotte Castelli Romani e per la speleologia di quest'area.