Grotta dei Merci (1836La)
Monti Aurunci - Castellonorato di Formia
La Grotta dei Merci (1836La), anche conosciuta come Grotta di Orsano, è un fenomeno carsico dagli sviluppi speleologici modesti ma che presenta un notevole interesse per la frequentazione antropica che ha interessato la cavità almeno a partire dall’epoca romana. La posizione è il primo elemento che rende questa ampia grotta rilevante: gli ingressi, due ampi buchi apertisi probabilmente in seguito allo sfondamento della volta dell’ambiente orizzontale inclinato sottostante, si trovano su rilievi di modesta entità che anticipano il Monte Sorgenza, rilievo che si erge con ripidi versanti al di sopra del paese di Castellonorato e domina ampiamente buona parte del Golfo di Formia. Inoltre la Grotta dei Merci si apre in prossimità del paleoalveo del Canale Sorgenza, toponimo che ricorda in primo luogo la presenza di acqua e collegato alla presenza di una sorgente d’acqua ancora attiva, non è esclusa dunque un’attività antica, magari stagionale, del fosso. Non sorprende la presenza di scaturigini distribuite variamente ai piedi del massiccio aurunco che, per la sua natura carsica, è generalmente avido di risalita superficiale di acqua, inevitabilmente dunque questi punti di approvvigionamento giocarono, e giocano ancora, un ruolo di fondamentale importanza.
Il secondo elemento che rese la Grotta dei Merci interessante per l’occupazione umana è legato strettamente al suo sviluppo, escludendo infatti i modesti dislivelli facilmente disarrampicabili degli ingressi, il resto della cavità segue un andamento orizzontale dapprima con una breve galleria inclinata invasa nella porzione terminale da un ampio conoide di massi di crollo che invade la Grande Sala, l’ambiente per dimensioni più rilevante. Da qui si diparte il Ramo Nuovo, esplorato dal GGCR nel 2013 solo in seguito a disostruzione di colate e veli di calcite che abbondano in tutta la grotta, stretto e in alcuni casi selettivo ambiente orizzontale caratterizzato da ricche concrezioni la cui parte terminale, su fessure impraticabili, segna il limite ultimo della cavità. Evidenti in tutto lo sviluppo dei Merci sono le opere di sistemazione degli ambienti da parte dell’uomo che interessarono il fenomeno carsico: nella grande sala sono stati rinvenuti in superficie frammenti di un’olla globulare di epoca romana parzialmente ricostruibile, morfologia vascolare e tipo di ceramica usato in antico per conservare o per la preparazione dei cibi. La seconda ipotesi in questo caso è più probabile dato che il vaso è stato rinvenuto in associazione con abbondanti faune, per lo più ovicaprini, e lenti carboniose oltreché chiazze di carbonato di calcio arrosato dal fuoco.
Tutta la zona occupata dal conoide vede una sistemazione con i grandi blocchi pertinenti al crollo finalizzati a realizzare una sorta di terrazzamenti sovrapposti, alcune concrezioni di grandi dimensioni risultano addirittura essere state rotte e rimosse in antico per ottenere più spazio o rendere più accomodante quello ricavato tramite i terrazzi. Molto difficile è stabilire l’epoca durante la quale cominciarono queste sistemazioni degli spazi della cavità ma abitanti del posto hanno riportato informazioni rilevanti riguardo la frequentazione assidua della Grotta dei Merci durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio, rendendo di fatto senza soluzione di continuità la presenza umana in questa piccola ma interessante cavità.
Foto Grotta dei Merci
Riferimenti bibliografici:
F. DELLERMA, P. MARINO 2013 2013
Grotta dei Merci o di Orsano, GGCR, Le Grotte dei Monti Aurunci, Volume 1,
il territorio della XVII Comunità Montana, Formia, pp. 97-104.