Abisso Pitagorico (2100La)

Monte Petrella - Spigno Saturnia


Descrizione e dettagli esplorativi della grotta

L’ingresso di uno dei fenomeni carsici più imponenti del Monte Petrella inizialmente non era più di una sorta di tana poco sotto la cima della montagna, con splendido affaccio sul Canale di Faggeto e sull’intero Golfo di Formia, dalla quale fuoriusciva una notevole corrente d’aria. Dopo consistenti lavori di disostruzione è stato possibile percorrere il basso scivolo terroso che immette in un salto di modeste dimensioni, facilmente disarrampicabile, per giungere da subito in una galleria orizzontale, peculiarità per una grotta che si apre a pochi metri dal punto di massima elevazione del massiccio. Percorrendo la galleria inizialmente venne tralasciata la perdita verticale che quasi subito si incontra e che avrebbe poi preso forma nel “Ramo dell’Esperienzella”, in favore dell’orizzontalità del passaggio che da galleria va diventando condotta di interstrato nota come “Ipotenusa”. Al termine di questa si incontra un salto verticale di circa 10m che si rivelò cieco, la prosecuzione venne però facilmente individuata traversando in senso longitudinale il pozzo per guadagnare una serie di strettoie e passaggi stretti, in alcuni casi decisamente selettivi, che portarono però sull’orlo di un ambiente verticale di dimensioni decisamente maggiori. Tutto questo primo tratto orizzontale, o semi-orizzontale, dell'Abisso Pitagorico (2100La) è interessato da una violenta corrente d’aria che indusse gli esploratori, insieme al susseguirsi di ambienti, a non abbandonare la grotta nonostante gli angusti passaggi. La discesa del pozzo immette in un tratto d cavità quasi del tutto diverso dal precedente fatto di un susseguirsi di brevi verticali, intervallate da tratti meandriformi orizzontali, che conducono a circa -100m, quando nuovamente si incontra una biforcazione evidente.


Monte Petrella - Abisso Pitagorico
Abisso Pitagorico - Ingresso

La base dell’ultimo salto invita in maniera decisa verso l’imbocco della verticale più ampia e profonda attualmente nota in tutta la grotta: un grande pozzo da 80m, “Pozzo Dario”, intervallato a circa un terzo della discesa da un ampio terrazzo e subito dopo da un oblò. L’esplorazione di questo ha portato in una condotta orizzontale che conduce a circa metà di una verticale parallela, “Pozzo Darietto”, dove una sorta di balconata ha riconsegnato alcuni reperti paleontologici molto ben conservati. La discesa della parte verticale, circa 40m, del “Pozzo Darietto” ha permesso di verificare che questo finisce per convergere nel fuso più grande, mentre ancora da esplorare rimangono le porzioni in risalita. Tornando nel Pozzo Dario, in particolare presso la sua base, ambiente di notevoli dimensioni, è possibile seguire il colatoio perfettamente eroso dall’acqua drenata dalla soprastante verticale che immette nel fuso successivo, un ulteriore salto di 50m, “Pozzo Crystal”, dalla morfologia molto articolata e di grande bellezza essendo inframezzato da balconate e terrazzi, il tutto scavato in un calcare bianchissimo. La base di quest’ultima verticale non delude finendo la corda su di un’ultima cengia che immette in una sala quasi del tutto invasa da uno specchio d’acqua. Quasi del tutto inaspettata è la forma che a questo punto va prendendo l’andamento di quello che a tutti gli effetti può essere considerato il ramo principale di tutta la cavità: una nuova galleria meandriforme orizzontale che conduce in ambienti sempre più angusti alla profondità di circa -250m.

Monte Petrella - Grotta Abisso Pitagorico
Passaggio nella galleria d'interstrato

La grande quantità d’aria e i volumi soprastanti lasciano presagire sviluppi futuri promettenti. Per poter descrivere ulteriormente l’articolazione di questo fenomeno carsico bisogna però tornare sulla cima del Pozzo Dario dove, in seguito ad una facile risalita, è stato possibile imboccare il “Ramo Carramba”, via divergente e completamente autonoma dal ramo principale. La discesa di un pozzo che segue un’evidente diaclasi immette in ulteriori salti che vanno conducendo anche in questo caso ad ambienti più stretti, non stupirebbero però ulteriori sviluppi anche in questo caso. Storia ed andamento quasi del tutto autonomi segue invece il Ramo dell’“Esperienzella”, evidente perdita dell’“Ipotenusa”. Scendendo il primo pozzo di circa 15m anche in questo caso ci si ritrova di fronte a una serie di passaggi stretti che vanno però conducendo presso la cima del “Pozzo Olù”, grande e piacevole verticale di circa 20m, dalla morfologia di un vero e proprio “pozzo cascata”. Altri salti conseguenti permettono infine di raggiungere il fondo del ramo a circa -80m dove la prosecuzione è rappresentata da un basso e stretto passaggio meandriforme. Le esplorazioni sono ancora in corso in quello che complessivamente per articolazione degli ambienti e profondità risulta ad oggi essere uno dei fenomeni carsici più promettenti del Monte Petrella.