Inghiottitoio del Grifo (884La)

Monti Simbruini - Subiaco

Descrizione e dettagli esplorativi

Tra i fenomeni carsici più evidenti sull’altopiano carsico di Campobuffone, nei Monti Simbruini, si trova senz’altro quello che era noto nella letteratura speleologica come Buco del Grifo(1). La grotta si apre con un piccolo ingresso alla base di pareti strapiombanti caratterizzanti il bordo di una grande dolina che si trova quasi al limitare del bosco su uno dei lati del campo. I primi sviluppi della cavità, già percorsi in passato dai gruppi speleologici di Roma, vedono una galleria in discesa percorsa da un costante filo di aria fredda che lascia, inevitabilmente, presagire la presenza di un importante fenomeno carsico. Tuttavia, nonostante le dimensioni e la guida rappresentata dall’aria le esplorazioni andarono terminando alla base di un saltino facilmente superabile in disarrampicata. Solo un attento riesame di ogni anfratto portò a svelare una possibile prosecuzione non sondata: un camino in risalita che solo una breve disostruzione ha permesso di superare e dunque guadagnare un nuovo spazio caratterizzato da una frana pensile, poi messa in sicurezza. In seguito, le punte esplorative a opera dei soci del Gruppo Grotte Castelli Romani condotte tra l’estate del 2020 e quella del 2022 hanno permesso l’esplorazione di quella che a oggi si impone come la più estesa grotta del massiccio dei Monti Simbruini(2).


Pianta Inghiottitoio del Grifo
Pianta dell'Inghiottitoio del Grifo

La stabilizzazione della frana descritta ha permesso la rapida discesa di tre piccoli dislivelli che hanno portato alla modesta profondità di -30 m per poi affrontare un lungo tratto orizzontale di grotta che ne ha portato lo sviluppo planimetrico a quasi 150 m. Fin da subito si vanno definendo due delle caratteristiche specifiche del Grifo: uno sviluppo sostanzialmente orizzontale rispetto a una profondità moderata e soprattutto l’andamento di tipo meandriforme. I primi 150 m alla base dei salti sono infatti caratterizzati da un meandro angusto e difficile nella percorrenza che a circa metà del suo sviluppo è interessato da un basso passaggio semiallagato. Questo primo tratto termina sull’orlo di un grande pozzo profondo 35 m alla cui base si è andato dipanando un lunghissimo meandro che nelle sue 193 svolte assume la forma di una forra sotterranea alimentata da uno scorrimento d’acqua perenne. La percorrenza avviene sempre sul fondo del meandro, ovvero sul piano di scorrimento idrico e solo accidentalmente è stato guadagnato l’accesso agli sviluppi fossili caratterizzati da gallerie concrezionate che, alle volte, risultavano sospese anche a 20/25 m di altezza sulla forra sottostante. Al momento risultano topografati 1505 m di sviluppo planimetrico su una profondità complessiva di 150 m; tuttavia, i tratti percorsi e non rilevati permettono di valutare un’estensione di almeno 1800 m. Il fronte esplorativo attuale è rappresentato da un grande colata calcitica che ha riempito completamente lo spazio del canyon. Le esplorazioni della prossima estate permetteranno di sondare le nuove vie ancora inesplorate.


(1) A oggi Inghiottitoio del Grifo(884LA). Il riferimento è alla pubblicazione dell’allora Centro Romano di Speleologia, oggi Speleo Club Roma (Notiziario n. 4 1980-1982, pp. 4-15, n. 9 in fig. 1).
(2) Per la pubblicazione preliminare dei dati si rimanda a Dalmiglio – Sirtori, in corso di pubblicazione (Speleologia del Lazio n.11, in corso di pubblicazione).



Foto

Piana di Campo Buffone Simbruini
Foto Gruppo Speleo GGCR
Esplorazione grotta Monti Simbruini
speleologo Monti Simbruini
speologia nel Lazio