Storia della speleologia del Lazio

Seconda parte

Dagli anni '70 ad oggi

La metà degli anni ’70 vede affermarsi in maniera determinante, quasi rivoluzionaria, la tecnica di progressione su sola corda: marea che investe gli speleologi di tutta Italia, Lazio compreso, e che determina la fuoriuscita di scena di molti esploratori che si trovano a rifiutare l’innovazione che non interessa solo aspetti tecnici e di sicurezza ma cambia radicalmente il modo di fare speleologia. Il periodo di cambiamento si rispecchia sul Lazio con una forte movimentazione da parte dei gruppi che vedono ora continue scissioni, riunificazioni e nuove fondazioni, non solo a Roma ma anche sul territorio. Nel 1977 verrà infatti fondato il Gruppo Speleologico CAI Frosinone (GSC); a Maranola, frazione di Formia, si costituisce il Gruppo Speleologico Aurunco Tri.Ma., dopo la dissoluzione dello SCF, gruppo che condurrà attività di vasta portata sul territorio dei Monti Aurunci. Parallelamente, nella Capitale, nasce nel 1981 il Centro Romano di Speleologia (CRdS), una sorta di esperimento, che però avrà vita breve, funzionale a tentare di coordinare e raggruppare le forze dei singoli gruppi in una sola entità. Nel 1985 viene fondato il Niphargus Speleo Group Indipendente Capitolino, dopo poco confluito nel GS CAI Roma. Il 1986 è l’anno di fondazione dell’Associazione Speleologica Romana ’86 (ASR’86). Alla fine degli anni ’80 nascono lo Shaka Zulu Club (SZC) e nel 1988 il Gruppo Speleologico Guidonia Montecelio (GSGM), attivi ancora oggi sui Monti Ernici, Simbruini e Prenestini. Sempre nel 1988, una seconda scissione del CSR porterà alla fondazione dell’Associazione Speleologi Romani. Questi sono anche gli anni nei quali i grandi sistemi e singole grotte laziale assumono la “conformazione” odierna. Non possono non essere citate le esplorazioni presso l’Abisso di Monte Vermicano dove il CSR troverà dapprima un ingresso alto, Abisso Gemma Gresele, e condurrà ininterrotte ricerche fino a trovare nel 1997 la Tana degli Eretici, che si rivelerà essere il terzo ingresso, mentre gli anni 2000 vedranno protagonisti i soci dello storico gruppo romano nello scavo del quarto ingresso noto come Gnomo Gnomo. Il Sistema Vermicano si configura come uno dei sistemi carsici più articolati e complessi del Lazio nonché diventare la prima grotta della regione a contare quattro ingressi, primato che verrà equiparato solo nel 2018 con l’apertura del quarto ingresso della Grava dei Serini, Murano ai Serini, da parte del GGCR. Vengono inoltre ricordate solo alcune delle altre grandi esplorazioni di questo periodo come quelle dell’Abisso Vallaroce (-401m) che apre i Monti Aurunci alla speleologia laziale; le ricerche nel complesso sistema della Grotta di Cittareale (-450m); l’Ouso della Rava Bianca, che sarà meta storica del GS CAI Roma; la grande cavità orizzontale della Grotta degli Urli, esplorata dallo SCR a Campocatino destinata per un periodo a diventare la più profonda (-567m) e lunga del Lazio.


Speleo Club Trima
Speleo Club Trima - Trasporto dei materiali

Lo scenario finora descritto risulta essere decisamente sintetico e non esaustivo del clima di grande dinamicità che ha interessato la speleologia laziale per tutti gli anni ’90 e i primi anni 2000, non è un caso che nel 2004 verrà dato alle stampe il libro-atlante delle grotte laziali edito da Mecchia G., Mecchia M., Piro M., Barbati M.. Altra tappa di fondamentale importanza di questi anni è stata la costituzione ufficiale della Federazione Speleologica del Lazio (FSL) il 17 dicembre del 1994, ancora oggi attiva nell’occuparsi di valorizzazione, ricerca e pubblicazione dei diversi aspetti del carsismo regionale. La fine degli anni ’90 vede numerosi risultati raccolti dal GSG, ricostituitosi in seguito a un primo scioglimento, nella Grotta dell’Arco e nella Grava dei Serini, il più grande e complesso sistema carsico finora noto sui Monti Aurunci, che in breve tempo arriva a contare tre ingressi e quasi 3km di sviluppo planimetrico. L’Inghiottitoio di Pian dell’Erdigheta impegnerà gli speleologi dell’ASR’86 dove verranno guadagnati i -300m in una delle grotte più complesse del Lazio. Nel 2000 alcuni soci di ARSDEA arrivano a toccare i -610m nell’Inghiottitoio di Campo di Caccia mentre il GS CAI Roma arriverà a oltre -676m e oltre di profondità nell’Ouso della Rava Bianca. Dopo questi risultati di rilievo, negli anni successivi al 2000 la speleologia laziale è interessata da una progressiva, seppur lenta, contrazione dell’attività dei gruppi speleologici. Molte associazioni arrivano a esaurire il lavoro sul territorio e l’appagante comodità della vita in città, complice in parte anche l’escalation del multimediale, inducono le nuove generazioni a non garantire quel prezioso ricambio nelle associazioni, sempre presente nei decenni addietro. Mentre i grandi gruppi romani continuano a rilento le ricerche sul territorio, alcune associazioni arrivano allo scioglimento ed altre attraversano lunghi periodi di stasi o riorganizzano l’attività speleologica spostandosi su profili ludico-turistici. Affievolita l’antica risolutezza, nonostante la maggior efficacia degli strumenti moderni, le associazioni speleologiche denotano una certa incapacità di organizzare e lanciarsi in progetti ambiziosi. Di fronte a tale scenario, diversi speleologi, spesso di consolidata esperienza e capacità, in mancanza del supporto dei gruppi di appartenenza, decidono di uscire dalle rispettive associazioni e unirsi in gruppi senza bandiera restituendo in tante occasioni risultati di tutto rispetto.


quarto ingresso Grava dei Serini
GGCR - Murano ai Serini, il quarto ingresso della Grava dei Serini

A partire dal 2004 Aldo Zambardino è impegnato nelle esplorazioni dell’Occhio della Farfalla, grande fenomeno carsico giunto oggi a oltre 400m di profondità con un imponente salone che per dimensioni risulta essere tra i più grandi d’Italia. Nello stesso anno Andrea Benassi e Paolo Turrini riaprono le ricerche nell’Ouso di Passo Pratiglio, cavità storica nella quale il superamento di un sifone permette di portare avanti le esplorazioni fino al 2007, quando viene raggiunto un nuovo lago-sifone alla profondità stimata di -800m, attestando attualmente la grotta come la più profonda del Lazio. Nella primavera del 2007, in seguito allo scioglimento del secondo nucleo del Gruppo Speleologico Grottaferrata, alcuni soci si ricostituiranno in una terza versione di GSG mentre altri fonderanno il Gruppo Grotte Castelli Romani (GGCR) che inizierà la sua attività nel Lazio meridionale dove il primo importante risultato risulta essere l’esplorazione del sistema carsico di Colle Flonio spostandosi successivamente sul massiccio carsico dei Monti Aurunci. Il gruppo dà alle stampe due libri a carattere geografico, raccogliendo le informazioni relative di ogni grotta rinvenuta. Di rilevanza sono inoltre le esplorazioni di Grotta Pandora, giunta a -350m nel 2015, seconda grotta per profondità dell’intero massiccio aurunco, l’apertura nel 2018 del quarto ingresso della Grava dei Serini e le esplorazioni di numerosi abissi, ancora in corso, sul Monte Petrella. Il 2008 vede il CSR protagonista nella riesplorazione di una piccola cavità presso Supino, l’Ouso della Macchia o Grotta Pasquetta, dove, in seguito a consistenti lavori di disostruzioni, vengono esplorati sviluppi di notevole portata e la grotta arriverà a raggiungere quasi i 400m di profondità. Il 2010 vede la ricostituzione del Gruppo Speleologico CAI Le Talpe di Rieti, associazione che concentrerà la sua attività sui massicci montuosi del reatino. Nel 2011 una piccola squadra di esploratori composta da soci del CSR e GGCR risolvono lo storico problema rappresentato dal raggiungimento del fondo dell’Abisso di Monte Vermicano. La giunzione di Gnomo-Gnomo con il resto del sistema ha permesso il superamento del sifone che da sempre aveva fermato gli speleologi svelando un nuovo tratto di grotta, ad oggi il fondo del sistema. Negli ultimi anni si assiste a un consolidamento delle attività finora descritte, mentre due nuove associazioni laziali devono infine essere ricordate ovvero lo Speleo CAI Gli Ipogei di Colleferro nel 2015 e la rifondazione dell’Associazione Speleologica Gullivert (ASG). Continuano nel frattempo le esplorazioni dei gruppi indipendenti, protagonisti stavolta con Paolo Forconi e compagni, restituendo alla speleologia del Lazio grotte di tutto rispetto quali Grotta Luk, Abisso Raul e Prometeo, quest’ultimo con una profondità raggiunta di ben 700 metri nel 2018.

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